Poche cose sono certe nella vita. Una ad esempio è la morte. L’unica altra che al momento mi viene in mente è che le femministe non fanno ridere. Non fanno ridere! Non c’è niente da fare. Ci abbiamo provato tutti, son sicuro, ma ci siamo dovuti inevitabilmente arrendere di fronte all’evidenza, le battute delle femministe non fanno ridere, non c’è altro modo di porre la questione. Voglio dire, hanno 3 o 4 argomenti in totale e non è che ne abbiano scelti tra i più allegri. Si parte solitamente con un po' di sessismo contro gli uomini che “non servono a niente”. Poi si passa al razzismo contro i bianchi che “si credono superiori a tutti”. Poi di solito virano sulle zozzerie che fanno a letto condite da un po' di volgarità gratuite, palesemente impressionate dalla loro stessa capacità di usare il turpiloquio. Di solito si conclude con qualche battutina sull’aborto, notoriamente un argomento da spaccarsi dalle risate. Questo, quando non si becca la femminista ambientalista che ci b...
L’argomento di oggi è roba grossa, letteralmente. Oggi parliamo di body positivity e per chi non fosse sul pezzo con tutte le terminologie più accattivanti, moderne e woke, trattasi di ideologia basata sulla lotta alla derisione del corpo, nota quest'ultima come Body Shaming. La Body Positivity, da qui in avanti BP, promuove l'accettazione di tutti gli aspetti fisici a prescindere da taglia, forma, colore della pelle, genere e abilità fisiche e contesta gli standard di bellezza classicamente promossi dalla cultura occidentale nei decenni passati. In parole povere, siamo tutti bellissimi, soprattutto i brutti, che però non esistono, perché siamo tutti bellissimi. Chiaro? No? In effetti non è che abbia molto senso nemmeno per me, ma tant’è, questa è la BP. L’argomento è ormai materia consolidata, niente di nuovo nella maniera più assoluta. Stiamo parlando infatti di un movimento che potrebbe già definirsi un “classicone” della cultura woke moderna, ma proprio oggi mi è capita...