Può essere ancora attuale una favola di 2500 anni fa? Può un uomo del 600 a.C. come Esopo avere qualcosa da insegnare a coloro che hanno portato l’umanità sulla luna, agli inventori della robotica e dell’intelligenza artificiale? Proviamo a vedere se c’è qualcosa di estrapolabile cominciando proprio dalla storia originale.
“Era inverno, e le formiche stavano asciugando il loro
grano, che si era bagnato. Una cicala, affamata, andò a chiedere loro del cibo.
Le risposero le formiche: Perché durante l'estate non hai raccolto anche tu
provviste? Non ne avevo tempo - Rispose la cicala - dovevo cantare
melodiosamente.
Quelle, ridendole in faccia, le dissero: Se d’estate
cantavi, adesso che è inverno, balla. La favola insegna che in ogni circostanza
della vita bisogna guardarsi dall'indolenza, per evitare pene e rischi.”
Proprio neo fasciste ‘ste formiche, verrebbe da dire, o no?
In effetti così può apparire all’uomo moderno, tanto assuefatto dal socialismo
da aver perso completamente la capacità di distinguere tra fascismo e
giustizia. Questa storia voleva insegnare ai bambini, fin da piccoli, che non
bisogna dedicare la propria esistenza al dolce far nulla, ma che bisogna darsi
da fare ed essere previdenti per non ritrovarsi in futuro in difficoltà e nella
necessità di dipendere dall’aiuto degli altri. Un insegnamento assolutamente
saggio e positivo che porta la società a fiorire e crescere perché, ovviamente,
se ognuno fa la sua parte, nel limite delle proprie possibilità, si sta
chiaramente tutti meglio. Non si chiede l’impossibile alla cicala, sarebbe
sufficiente che invece di stare appollaiata su un ramo a deridere chi si dà da
fare per tutti, scendesse a dare una manina, un piccolo aiuto. Sembra chiedere
troppo? Come al solito la sinistra ci spiega che si, è chiedere troppo. La
cancel culture interviene anche sul povero Esopo, nessuno può riposare
tranquillo nella tomba, nemmeno dopo più di 2 millenni di dolce riposo. Ed ecco
che, cercando la favola sul web, i primi siti ci riportano dei finali
alternativi, commenti discutibili di Gianni Rodari e, nelle versioni classiche
della favola, sezioni commenti misteriosamente disabilitate, andiamo a vedere
una per una, queste perle di saggezza.
Il primo ad intervenire è La Fontaine, francese nato nel
1621, che andrebbe citato anche solo per il fatto che la sua versione della
favola è forse più famosa di quella originale. Al di la del fatto che la favola
non è in prosa ma in versi, cambia poco, eppure già si intravede il seme del
futuro germoglio, infatti lo scrittore ci lascia un commento alla storia che
recita: «non è una prestatrice: è il difetto che essa ha meno». La formica
assume un ruolo negativo nella morale della favola perché avida accumulatrice,
se ne infischia del dolore altrui.
È poi la volta del signor Piquemal, parigino del 1947, che ci
propone come detto un finale alternativo. Nella sua versione la formica, mossa
a compassione, dona un sacco di cibo alla cicala che in cambio canta per la
formica una delle sue canzoni. Qui siamo già all’ovvio totale ribaltamento
della realtà con conseguente disastroso messaggio incluso nell’offerta: non
lavorare, goditi la vita, tanto poi chi ha lavorato si sacrificherà volentieri
per darti tutto ciò di cui hai bisogno. Tipico atteggiamento della sinistra
moderna, che di fronte alla realtà, che fa? Sempre la stessa cosa, la rifiuta e
la racconta in modo distorto, convinta che da una narrazione modificata della
realtà possa conseguire una modifica della realtà stessa. Lo vediamo in tante
altre situazioni quotidianamente, ormai, ed è il cuore del moderno wokismo,
intriso di questa filosofia in ogni suo aspetto. Non mi dilungo troppo. Se ti
interessa, cerca “wokismo” sul web e considera che ogni suo aspetto viene
trattato esattamente come ho spiegato. Le questioni sono infine 2: o chi
propina certi pensieri è convinto che possano effettivamente cambiare la realtà
e dunque sono degli illusi, oppure sanno che non funzionerà e sono dei malvagi.
Eh sì, perché se qualcuno ci casca, in quest’ottica, povero lui. Auguro a tutti
coloro che hanno creduto a storie come queste di trovare qualche benefattore ed
evitare di finire sotto un ponte a bere cartoni di pessimo vino chiedendosi
cosa sia andato storto.
Linko qui La
Cicala e la Formica | portalebambini.it & Storiellando - YouTube, come
ulteriore spunto di riflessione, un video YouTube dove la favola per bambini
nella sua versione originale viene resa in forma di cartone animato, noterete
che la sezione commenti è stata disabilitata. Cosa ci sarà di così oltraggioso
in un cartone di meno di 3 minuti da necessitare una tal censura? Mistero dei
misteri!
Veniamo infine al buon Gianni Rodari, che scrive:
Ho visto una formica
in un giorno freddo e triste
donare alla cicala
metà delle sue provviste.
Tutto cambia: le nuvole,
le favole, le persone.
La formica si fa generosa:
È una rivoluzione!
Lasciatemi dire: Gianni! L’ottimismo è il profumo della
vita! Ma io mi domando, è giusto che chi lavora debba mantenere con la sua
fatica tutti quelli che non danno alla società nessun contributo? Io più che sulla
cicala, avrei scritto una favola sui parassiti che succhiano il sangue altrui
per sopravvivere, mi sembra più azzeccato. E non venirmi a raccontare che,
generosamente, lasci che una zanzara che ti sta pungendo ti succhi fino alla
fine tutto il succhiabile per poi lasciarla andare libera nella natura. C’è un
limite alle fesserie che si possono far ingurgitare alla gente. No, scommetto
che anche il sinistro più sinistro abbia fatto montare le zanzariere alle
finestre, sempre se la favola di Esopo non lo abbia spinto a non lavorare e
dunque si ritrovi senza un baiocco. Ma anche in quel caso, scommetto che
schiaccia la zanzara con astio ogni volta che può e sai perché? Perché questa è
la realtà e così va raccontata. Questa secolare edulcorazione ha causato una
crisi di diabete collettiva. Il welfare
è una cosa meravigliosa per tanti versi e sono il primo a difendere il diritto
dei più deboli ad essere sostenuti dalla collettività, ma noi mica facciamo
questo. Eh no! Noi viziamo il nostro popolo come dei genitori incapaci ad ogni
capriccio dell’infante e lo ricopriamo di diritti assurdi per cui ad oggi, per
tanti versi, il cittadino è incentivato a non lavorare o, al limite, a non
dichiarare il reddito. Infatti se hai un basso Isee hai tutta una serie di
vantaggi e linko il primo articolo che trovo tanto uno vale l’altro: Isee
"basso": quali sono le agevolazioni previste | il Salvagente.
Leggiamo “Chi ha un Isee basso può dunque sfruttare molte agevolazioni, tra le
quali evidenziamo l’assegno unico, il bonus affitti, quello per gli asili nido,
le bollette, gli occhiali, l’assistenza psicologica e tanto altro.”
Chiaramente, poi, è ancora in vigore, seppure per poco ancora, il reddito di
cittadinanza per cui se hai poco reddito, ti arrivano soldi a fine mese. E se
vuoi installare il fotovoltaico? Il bonus lo danno a chi ha basso reddito ecc.
ecc. e da dove arrivano questi soldi? Da chi lavora, ovviamente, il quale con
le sue tasse deve anche pagare sanità, scuola, politica, strade, lavori
pubblici e via dicendo. Ma chiaramente mica finisce qui! Manco per sogno.
Infatti l’altra faccia della medaglia dell’incentivo alla povertà, è il
disincentivo alla ricchezza. Infatti la sinistra è sempre in pole position per
far pagare più tasse possibile a chi ha redditi più alti con sistema
proporzionale per cui più guadagni e più paghi. Alla tassazione sul reddito si
sommano le tasse sulle proprietà, le più ingiuste perché, come spiego poco
sotto, la proprietà non genera reddito. E tra le tasse sulla proprietà voglio
ricordare la più fastidiosa ed iniqua di tutte, quella sulla monnezza. La TARI,
infatti, non viene imposta al cittadino in base al solo numero di persone che
abitano la casa, ma anche in base alla dimensione della stessa, come se fosse
la casa stessa a produrre rifiuti, mica chi la abita, per cui chi ha case
grandi, specialmente dimore storiche che spesso hanno pareti larghe metri, si
trovano a pagare cifre assurde, ma la casa mica genera reddito! Se uno ha la
casa più grande non significa che abbia più soldi. Anzi, una casa grande
comporta solo più spese, per la pulizia, per il riscaldamento, per la
manutenzione e altro ancora. E quindi per mantenere un appartamento ricevuto in
eredità dal proprio padre, c’è gente in Italia che deve fare i salti mortali
solo per pagare la monnezza. E non basta, perché la sinistra impone il continuo
spettro della tassa di successione e della patrimoniale. Insomma un salasso
continuo a favore di un’ideologia che non fa altro che svenare ed umiliare
costantemente chi in questo paese ha voglia di darsi da fare ed è sempre dalla
parte di coloro che invece remano contro. E tutto questo in nome di cosa? In
nome di una formica che sembra troppo cattiva e fascista se si vuole tenere il
frutto delle sue fatiche. No, caro mio, non è la Formica ad essere fascista, ma
tutti coloro che la costringono a mantenere milioni di Cicale da decenni contro
ogni logica ed ogni senso dell’etica e della morale. Tutto questo non è solo
ingiusto, ma è una vera e propria crudeltà, sintomo di una malvagità che vuole
portare TUTTI alla rovina, gli uni assuefatti dal diritto fasullo al non far
nulla, gli altri sottomessi alla riscossione forzata del sacrosanto frutto
delle proprie fatiche.
Un saluto.
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